Settebagni, il parroco nega il palco della festa per la presentazione del libro dell’ex cons. del Pci Gustavo Manoni. Don Giustino: “riunirsi in preghiera, non sensazioni estreme come la politica”


Rossocomeilsangue_Cop.inddUna storia che ci riporta indietro nel tempo. Don Camillo e Peppone ha titolato La Repubblica di oggi 10 giugno. La vicenda si ambienta a Settebagni, quartiere reso celebre dallo scandalo del Salaria Sport Village. Qui ogni anno il quartiere celebra la sua festa patronale in onore di Sant’Antonio, con funzioni religiose quali la processione e più profane come la pennata, musica, balli e tornei di burraco e calcetto. Una vera e propria festa di quartiere. Quest’anno alla festa ci sarebbe dovuta essere anche la presentazione del libro di memorie “Rosso come il sangue” dell’ex consigliere municipale Gustavo Manoni, residente storico del quartiere e militante dell’ex Partito Comunista. Troppo per il parroco di Settebagni Don Giustino, che ha negato il palco della festa alla presentazione del libro, spiegando le ragioni della sua scelta: “un titolo troppo forte” e ancora “la gente deve riunirsi in pregiera, seguire la processione, non provare sensazioni estreme come la politica“.

repubblicaCome a dire che mangiare e ballare vanno d’accordo con la preghiera, pensare e leggere evidentemente un poco meno per questo parroco della periferia romana. Gli organizzatori dell’evento Patrizia Ciafrei e Luciana Miocchi, patrocinato anche dal III municipio con tanto di prefazione del Presidente del Consiglio municipale Riccardo Corbucci, non si sono comunque persi d’animo ed hanno spostato la presentazione del libro nella locale Cartolibreria Millematite di via Salaria 1463. Molto critico Corbucci: “credo davvero si sia persa un’occasione per fare cultura alla festa del quartiere. La presentazione di un libro avrebbe arricchito il programma“. Dello stesso avviso anche l’ex consigliere di Forza Italia Marco Bentivoglio, da sempre presente nel quartiere, che commenta: negare una manifestazione del genere in onore di un personaggio come il nostro Gustavo è l’ennesimo atto che allontana ulteriormente i cittadini da questo parroco. E lo dico io, che politicamente sono dall altra parte dello schieramento rispetto al consigliere Corbucci“. A dimostrazione che lo sdegno per la decisione del parroco è stato bipartisan.

Il parroco però non molla: “ho il dovere di difendere i miei parrocchiani. Sono emozioni forti“. La replica di Corbucci: “il parroco crede di poter cancellare con due parole decenni di cattolicesimo democratico in Italia. Gustavo Manoni è una roccia è gia nell’incipit del suo libro ci ricorda la ragione per cui vale sempre la pena di non piegare la testa“. Queste le prime righe del libro, che da domani sarà possibile acquistare.

Mio padre era comunista e a causa delle sue idee imparai da piccolo, sulla mia pelle, la differenza tra il libero pensiero e le imposizioni di un regime che per avere ragione e consenso escludeva e perseguitava chi non si allineava. Scelsi ben presto, così, da quale parte stare. Di fronte ai torti, piccoli o grandi, ho sempre reagito allo stesso modo, facendo quello che ritenevo giusto. Non ho mai piegato la testa, nemmeno quando sarebbe stato conveniente farlo. Anche se ora il Pci non c’è più, le idee fondanti di uguaglianza e solidarietà rimangono attuali più che mai. Il lavoro dà dignità agli uomini, tutti hanno diritto a costruire il proprio futuro, con sacrificio ma in serenità. Sono comunista, sono rosso. Rosso come il sangue che mi scorre nelle vene. Lo sarò sempre, fino all’ultimo dei miei respiri“.

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