Barbara Scarinci

 

 

Sarebbe bastato un bacio

I giorni si consumano
come una candela dimenticata accesa.
Attimo dopo attimo
la tua immagine si fa sempre meno nitida,
i contorni sbiadiscono
e i tuoi occhi finalmente non mi tormenteranno più.
Forse non ho saputo ascoltare,
magari il tremito della tua voce non mi ha convinto,
provando a cercarti
in questo oceano di menzogne
mi sono persa
e ho perso te.
Eppure lo sapevi
che sarebbe bastato un bacio.

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Funambola

Un filo teso nell’aria
sotto… il vuoto.
I miei piedi
a piccoli passi
uno dopo l’altro
coraggiosamente sfidano il destino.
È facile perdere l’equilibrio
se tutto non va per il verso giusto,
la fine del nostro amore
potrebbe farmi vacillare,
la tua fredda indifferenza
sicuramente mi farebbe cadere
e i miei piedi sempre più insicuri
passo dopo passo
rischierebbero di fallire.
Vedo l’altra sponda,
non è lontana
ma quei pochi metri
che mi separano dalla salvezza
sembrano chilometri.
All’improvviso cado
un grido echeggia mentre precipito
ma…
il cuore batte forte
un battito di ciglia
apro gli occhi
ti vedo accanto a me
e torno a dormire serena.
Buonanotte amore.

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Ti porto con me

Sono venuta per parlarti
una volta ancora
qui dove la pace regna sovrana,
dove pene e dolori
hanno smesso di tormentarti,
finalmente libera.
Libera della catena
che hai indossato per troppo tempo,
libera di sorridere,
a noi, che stupidamente
pensiamo tu possa vederci,
sentirci, ascoltarci.
Parlo con te come se ti avessi accanto
senza il timore di esser additata come pazza,
perché adesso che sto per partire
ho bisogno di sentirti vicina
come lo eri un tempo.
Sono qui
una volta ancora
per dirti che distante mi guiderà il destino.
Io parto, ma tu parti con me,
perché ti porto nel cuore.

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Silenzio

Silenzio
per te
qui
accanto a me
un gesto
una sola carezza

Silenzio
per me
qui
accanto a te
un solo sguardo
per dirti ti amo

Silenzio
tra di noi
nessun imbarazzo
non v’è necessità di spezzarlo
non una sola parola
osservo i tuoi occhi
che mi rispondono
in silenzio.

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Roma

In tanti ce ‘nvidiano ‘sto gioiello
co’ tutti i monumenti compreso er ber castello
sulla cui cima ‘n arcangelo è volato
pè difenne in tanti anni ar mejo er suo Papato.
Pè fa si che fosse ben protetto
fu costruito poi er famoso passetto
pè assicurà ar Santo l’assoluta sarvezza
dar Vaticano fino a ‘sta gran fortezza.
Sulla destra der Tevere s’erge er monumento
e dalla sua terrazza la vista è ‘n godimento.
Fu costruita proprio là dietro
a Basilica dedicata a San Pietro
proprio dove a testa in giù fu crocefisso
er santo che rinnegò tre vorte Cristo.
Er Tevere attraversa ‘sta gran città
che tutti, proprio tutti dovemo decantà,
dar monte Fumaiolo scennè ch’è ‘na meraviglia
e la leggenda narra che ar fondator trovò famiglia,
dentro ‘na cesta cor fratello annava
e er nettare dei frutti pè campà succhiava
fino a quanno giù fu trasportato
e trovò er seno che alla fine l’ha allattato.
A ‘na lupa pare sia appertenuto
e lui e er fratello sembra avè cresciuto.
Passeggiando su li scomodi sampietrini
lì poi maledì perché fa male se ce cammini
ma se t’aggiri pe’ Piazza Venezia
voltando lo sguado poi notà la grandezza
delle meraviglie che i Romani c’hanno lasciato
compreso er monumento che er monno ha conquistato,
è er Colosseo, che la statua de Nerone
deve ringrazià p’ er suo famoso nome.
Pe’ non parlà della celebre fontana
ch’ er Bernini colle mani ha reso umana,
er mare ce ricorda ‘na conchiglia
da cui Oceano te guarda e te consiglia
‘na moneta nell’acqua de lancià
se a Roma ar più presto voi tornà.
Che devo dì, io magari ce so nata
sarò de parte ma so’ proprio ‘nnamorata.
 
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Omertà
 
Piccolo angelo
violato nella tua purezza,
neofita nell’arte del volo,
munito di ali troppo piccole
ed inesperte
non riesci a scappare.
Ferito
cerchi riparo nel tuo silenzio,
i tuoi occhi spenti
manifestano l’angoscia
che ha leso i margini del tuo cuore.
Infanzia infangata
da persone inattese,
ingiustamente
reclutate dall’esercito di Dio.
Vili,
macchiati dell’onta peggiore
per cui uomo degno
non ha mai peccato,
incapaci di amore,
tanto abietti
da ricercar piacere
dove non v’è concesso.
In un mondo
dove si preferisce tacere
per non veder infangata
tanta falsa onorabilità,
nessuno dice
nessuno li danna
e dietro muri di omertà
nessuna condanna.
 
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Lunatica
 
Ferma e algida
come ogni notte di plenilunio
risplendi nel cielo
ignara della tua bellezza
segui il mondo dall’alto
inconsapevole delle piccole nubi
che attraversandoti
il tuo viso celano in parte
piccolo astro splendente
che suggerisci dolcezze
quanti abbracci avrai scoperto
quanti baci illuminato
le notti rendi lucenti
e i mari rigonfi a tuo piacimento
di nascite e raccolti sei la madrina
tutto dirigi dall’alto
senza minimamente cambiar
l’espressione del tuo volto
che sereno ci spia
ci prende per mano
per mostrarci il cammino
anche da lontano
 
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La realtà delle donne
 
Candide pagine
di un quaderno chiamato vita
nascono vergini, illibate
e il fato dipinge a piacimentoimbrattate
sfruttate per vile denaro
che ignobili individui
sottrarranno senza batter cigliopitturate
con tenui colori, sentieri scoscesi
accompagneranno i dolci passi
di un cammino serenomacchiate
da abusi tremendi
violate nell’intimo
senza alcun riguardo

scritte
dai molti successi raggiunti
grazie al coraggio
e alla fiducia

candide pagine
fragili e complesse
trasformate dalla vita
in meravigliosi origami
esistenze femminili
che a dispetto di tutto
ogni donna
sceglierà di rilegare
o di stracciare

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Eri tu
 
Ti ho sognato,
eri sul quel vialetto
che sempre appare nei miei pensieri,
il sole provava a nascondersi,
la dolce luce del tramonto
con i suoi toni caldi illuminava il tuo viso
che sembrava guardare me…
stordita dalla tua presenza
non muovevo un passo.
Ti ho sognato,
ed eri proprio come ti ricordo
il tuo bellissimo viso
il tuo dolce sorriso
che mutava in carezza ogni tuo sguardo…
ora accarezzava me
sempre immobile
ferma sul quel vialetto
per paura che il minimo rumore
ti avrebbe fatto allontanare.
Ti ho sognato
come faccio spesso
sempre lo stesso sogno
sempre su quel vialetto
io sempre lì
immobile
con il cuore che picchia nel petto.
 
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Cosa resta di noi
 
Cosa resta
di quei baci rubati
dei nostri sguardi incatenati?
Cosa resta
delle parole sussurrate
delle nostre carezze arroventate?
Macerie di sentimenti
che non abbiamo potuto ascoltare,
sordi al richiamo del cuore
mute grida di dolore.
Case senza porta
Che l’aria fredda
gela senza riparo alcuno.
Barche senza remi
che le onde cullano
e trasportano a loro piacimento,
e alla deriva del mio pentimento
guardo il mare e penso
che non resta molto
se il nostro amore non ha avuto un senso.

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