Tufello, l’ufficio postale è finto, migliaia di cittadini truffati


posta piùUna truffa che coinvolge decine di uffici di “Posta Più”, agenzia di posta privata siciliana, che a Roma aveva aperto una propria filiale in via Monte Rocchetta nel cuore del Tufello, proprio davanti alla vecchia sede del III Municipio. Migliaia di persone hanno pagato bollette, tasse comunali, multe e cartelle esattoriali, ma i soldi non sono mai arrivati a destinazione. La procura di Palermo ha infatti aperto un’inchiesta contro le agenzie di poste private affiliate a “Posta Più” e “Servizi Postali”, colpevoli secondo l’accusa di praticare servizi abusivi di pagamento, violando le norme del testo unico delle leggi bancarie. In questo modo sono state truffate migliaia di persone, che si sono viste recapitare in questi mesi avvisi di pagamento, maggiorati dagli interessi di mora, per quelle bollette che pensavano di aver pagato all’ufficio postale sotto casa. A pubblicizzare lo sportello privato ci aveva pensato incautamente anche qualche comitato di quartiere come quello di Serpentara (clicca qui).

La vicenda inizia nel 2012 quando la filiale “Posta Più” di via Monte Rocchetta di Cinzia Mascitti apre i battenti nel quartiere del Tufello in III Municipio. Molti cittadini decidono di utilizzare questo servizio, per evitare di dover raggiungere gli uffici postali di via Monte Cervialto e Viale Adriatico. Sono per lo più persone anziane o che frequentano gli uffici della vicina Asl. Dietro le scrivanie ci sono due donne ed Ivan, il responsabile di filiale, un ragazzo romano del quartiere dai modi gentili e convincenti. Per più di un anno i clienti pagano bollette di luce, acqua, gas, i bolli auto e la tassa sui rifiuti. Un giro d’affari di molte migliaia di euro. Bastano però pochi mesi per rendersi conto che l’ufficio postale è in realtà finto. Quando a casa dei malcapitati cittadini cominciano ad arrivare solleciti di pagamento con gli interessi di mora, molti si precipitano in via Monte Rocchetta per chiedere spiegazioni. Hanno tutti la propria ricevuta di pagamento, che in realtà è carta straccia, perchè i soldi consegnati all’agenzia non sono mai arrivati ai destinatari. Sono invece finiti sui conti correnti aperti dai responsabili del franchising “Posta Più” presso Poste Italiane, quelle vere, dove in sei mesi sono transitati 30 milioni di euro provenienti dalle filiali associate di tutta Italia.

Il responsabile della filiale romana del III Municipio, dopo aver inizialmente risposto alle telefonate dei cittadini arrabbiati, è scomparso e si è reso irreperibile. “Non sappiamo come fare per riavere i nostri soldi, che ci servono per pagare le bollette ancora insolute” racconta Maria Teresa, fra i cittadini truffati. Le agenzie sono finite sotto sequestro e sono state chiuse già nel marzo scorso dalla guardia di finanza. A far saltare il fenomeno delle nuove poste private le nuove norme sulla mediazione creditizia entrate in vigore da gennaio 2013 e che obbligano queste agenzie ad ottenere un’apposita autorizzazione dalla Banca d’Italia per poter accettare il pagamento dei bollettini. In assenza di questa autorizzazione, queste filiali possono inviare solo raccomandate e pacchi sotto i 50 grammi. Una decisione che aveva fatto calare il fatturato dei marchi “Servizi Postali” e “Posta Più” del 30 per cento. Tutti i cittadini truffati dovranno chiedere i danni ed inserirsi nel processo attraverso l’associazione dei consumatori.

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